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Sabrina Del Favero

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Vinicunca o Palcoyo? 

Prima di partire per il Perù ci assaliva questa domanda: Vinicunca o Palcoyo? Quale delle due zone è la migliore? Quale delle rainbow mountain sarà la più colorata? Quali sono i pro e contro di una e dell’altra zona?

Abbiamo scelto di raggiungere la meno conosciuta Palcoyo, e adesso capirete il perché.

La sveglia è nel bel mezzo della notte, alle 04.45 siamo svegli.

Dopo un’oretta di viaggio lungo la strada principale, ad un bivio prendiamo la deviazione per Palcoyo e iniziamo a salire per un’ora e mezza circa su terreno sterrato. Il pulmino arranca a causa della strada molto stretta, con i burroni ai lati e i sassi in strada. Attraversiamo anche qualche villaggio, ci colpisce molto il fatto che siano in mezzo al nulla e ad altitudini molto alte. Se pensate di fermarvi a bere un caffè o a mangiare qualcosa, non siete nel posto giusto.

Il panorama che vediamo però è fantastico: l’acqua del fiume è rossa, i prati di un verde intenso e i cosiddetti cammelli del Perù pascolano attorno alla strada. A mano a mano che ci alziamo però vediamo lasciar spazio al bianco della neve che ricopre quasi tutto.

Arriviamo con la navetta a 4.700m di altitudine, ci sono solamente due macchine nel parcheggio e sono le 10.00 di mattina. Mastichiamo un po’ di foglie di coca e partiamo. Fa freschino, ma appena esce il sole si sta bene. Assolutamente bisogna avere: scarpe da montagna in goretex, crema solare, occhiali da sole, berretto e giacca invernale.

Al parcheggio ci sono dei bagni pubblici (costo SOL 1) e un piccolo stand all’aperto che vende acqua e cioccolata. Vi consiglio di acquistare tutto già a Cusco, qui sono care e non sono nelle migliori condizioni.

Ancora prima di partire per il tragitto a piedi è possibile vedere una delle tante montagne colorate attorno a noi. La neve piano piano si scioglie e i colori escono più intensi che mai. Se qualcuno non dovesse sentirsela di percorrere il tratto a piedi (comunque semplice), già qui ha un ottimo panorama.

Secondo la nostra guida (non posso dare la mia testimonianza in quanto non ho visitato entrambe), questa è già una prima differenza rispetto a Vinicunca, dove la prima montagna colorata si ha la possibilità di vederla solamente dopo un bel tratto a piedi.

Camminiamo e dopo una cinquantina di minuti e 200 metri di dislivello arriviamo al punto più alto e panoramico, abbiamo raggiunto i 4.900m. La strada è quindi in leggerissima salita, molto piacevole e per nulla faticosa. Ma soprattutto, non c’è quasi nessuno, prima di noi un gruppo di tedeschi e una coppia.

Vedevo in internet immagini di Vinicunca, dove le persone erano in fila indiana per salire ed il sentiero è delimitato da una corda che rende tutto meno naturale e turistico. Non mi sembra possibile vivere un’esperienza così mistica e in assoluta intimità. Il tragitto poi è molto più corto e meno faticoso, anche per chi soffre di mal di montagna è un’ottima alternativa.

Iniziamo a fare mille fotografie, i colori sono ovunque attorno a noi e fanno da contrasto al bianco della neve. Davvero una grande soddisfazione arrivare fino qui.

Il sentiero ormai, diventato molto paludoso, è quasi pericoloso, bisogna stare attenti. Durante il rientro abbiamo incontrato solamente una cinquantina di persone salire (leggenda narra che a Vinicunca ci sono al giorno più di 2.000 persone) e alcuni erano con scarpe leggere come le espadrillas!

Scendiamo e rinizia a nevicare, siamo stati davvero fortunati.

28/02/2018

Sabrina


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